Le politiche europee per l’agricoltura

La politica agricola comune (PAC) – una delle prime politiche europee – si è evoluta di pari passo con l’UE. Oggi la PAC sostiene un’agricoltura moderna e orientata al mercato garantendo la fornitura di prodotti alimentari sicuri, di qualità e a prezzi abbordabili, prodotti secondo criteri sostenibili e nel rispetto di norme rigorose per quanto riguarda ad esempio l’ambiente, il benessere degli animali e la sicurezza degli alimenti, ma anche sostenendo più in generale gli investimenti nell’economia rurale. Varata nel 1962, la politica agricola comune (PAC) rappresenta una stretta intesa tra agricoltura e società, tra l’Europa e i suoi agricoltori. Persegue i seguenti obiettivi: sostenere gli agricoltori e migliorare la produttività agricola, garantendo un approvvigionamento stabile di alimenti a prezzi accessibili; tutelare gli agricoltori dell’UE affinché possano avere un tenore di vita ragionevole; aiutare ad affrontare i cambiamenti climatici e la gestione sostenibile delle risorse naturali; preservare le zone e i paesaggi rurali in tutta l’UE; mantenere in vita l’economia rurale promuovendo l’occupazione nel settore agricolo, nelle industrie agroalimentari e nei settori associati.
La PAC è una politica comune a tutti i paesi dell’Unione europea, gestita e finanziata a livello europeo con risorse del bilancio dell’UE. La PAC è finanziata tramite due fondi nell’ambito del bilancio dell’UE: il Fondo europeo agricolo (FEAGA) che fornisce sostegno diretto e finanzia misure di sostegno del mercato; il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) che finanzia lo sviluppo rurale.

I pagamenti sono gestiti a livello nazionale da ciascun paese dell’Unione europea, che pubblica informazioni sui destinatari dei pagamenti della PAC, conformemente alle norme dell’UE in materia di trasparenza. Per consolidare il ruolo dell’agricoltura europea nel futuro, la PAC si è evoluta nel corso degli anni per soddisfare le mutevoli circostanze economiche e le esigenze e necessità dei cittadini. Il 1° giugno 2018 la Commissione europea ha presentato le proposte legislative sul futuro della PAC per il periodo successivo al 2020. Le proposte legislative sono state elaborate dopo una consultazione pubblica lanciata nel 2017 sul futuro della PAC e la comunicazione sul futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura. La comunicazione delinea la strada da seguire per la PAC, concentrandosi sulla semplificazione e la garanzia del miglior rapporto qualità/prezzo. La nuova Pac 2021-2027, approvata nei mesi scorsi dal Parlamento europeo prevede ben 390 miliardi di euro di risorse per i prossimi sette anni da stanziare a circa 9 milioni di agricoltori europei attraverso tre pilastri. Nell’’ottica di allineamento con gli obiettivi climatici, il Parlamento europeo vuole vincolare gli agricoltori a pratiche più rispettose del clima e dell’’ambiente, in cambio di finanziamenti diretti. Almeno il 30% degli aiuti diretti (il primo pilastro della Pac) andrà destinato a regimi ecologici volontari che potrebbero finire per aumentare anche il reddito percepito dagli agricoltori. Un altro 35%, quello del secondo pilastro della Pac (i Piani di sviluppo rurale), sarà dedicato a qualsiasi tipo di misura legata al clima o all’ambiente, mentre il restante 30% dei finanziamenti dovrebbe sostenere gli agricoltori per la lotta al cambiamento climatico, la gestione sostenibile delle risorse naturali e la tutela della biodiversità.

Il Parlamento europeo ha approvato a dicembre il bilancio 2021-2027 e ha prorogato le norme esistenti della Politica agricola comune (Pac) fino alla fine del 2022. Questo voto è l’accordo raggiunto tra i leader europei permettono di sbloccare anche gli 8,7 miliardi di euro destinati agli agricoltori e alle aree rurali. I fondi saranno già disponibili da inizio 2021. Da gennaio 2021, in aggiunta agli 8 miliardi di euro stanziati dall’UE a sostegno del settore, duramente colpito dalla pandemia da Covid-19, gli agricoltori europei possono beneficiare di ulteriori 2,6 miliardi derivanti da un anticipo dei fondi per lo sviluppo rurale. Nello specifico, il pacchetto di misure posto in campo dall’Europa a favore degli agricoltori vale più di 10 miliardi di euro, con una quota nazionale per l’Italia pari a 1.22 miliardi di euro che, grazie al co-finanziamento nazionale, potrà come minimo essere raddoppiata.

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