28 Novembre 2018
La Commissione definisce le priorità economiche e sociali dell’UE per il 2019, presenta i pareri sui documenti programmatici di bilancio e conferma l’esistenza di un’inosservanza particolarmente grave del patto di stabilità e crescita nel caso dell’Italia; la Grecia partecipa per la prima volta al semestre europeo.
Il ciclo di coordinamento delle politiche economiche e sociali del semestre europeo per il 2019 inizia in un contesto di crescita sostenuta ma meno dinamica e in un clima di notevole incertezza. Nonostante i progressi realizzati dal 2014 è necessario adoperarsi maggiormente per promuovere una crescita inclusiva e sostenibile e la creazione di posti di lavoro, rafforzando nel contempo la resilienza delle economie degli Stati membri. A livello dell’UE ciò impone di prendere le decisioni necessarie per rafforzare ulteriormente l’Unione economica e monetaria. A livello nazionale è urgente sfruttare l’attuale dinamica della crescita per costituire riserve di bilancio e ridurre il debito. Gli investimenti e le riforme strutturali devono essere finalizzati maggiormente a far aumentare la produttività e il potenziale di crescita. Queste azioni creeranno le condizioni per una duratura stabilità macrofinanziaria e sosterranno la competitività dell’UE a lungo termine, il che, a sua volta, permetterà di gettare le basi per creare più posti di lavoro di qualità e per promuovere una maggiore equità sociale e migliori condizioni di vita per i cittadini europei.
Il pacchetto adottato oggi si basa sulle previsioni economiche d’autunno 2018 ed elabora le priorità espresse dal Presidente Juncker nel discorso sullo Stato dell’Unione 2018.
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l’Euro e il dialogo sociale, nonché per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali, ha dichiarato: “L’Europa attraversa un periodo di congiuntura economica favorevole, ma l’aumento dei rischi indica che queste condizioni non dureranno in eterno. È necessario che i paesi dell’UE facciano investimenti mirati e rinnovino gli sforzi di riforma per rafforzare i fondamenti della crescita e aumentare la produttività. Per quanto riguarda la politica di bilancio, è giunto il momento di ridurre i livelli di debito pubblico e di ripristinare le riserve di bilancio. In questo modo potremo disporre del margine di manovra di cui avremo bisogno quando si verificherà la prossima recessione. È anche giunto il momento di compiere progressi verso l’approfondimento dell’Unione economica e monetaria dell’Europa”.
Marianne Thyssen, Commissaria responsabile per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha dichiarato: “La ripresa economica degli ultimi anni è stata caratterizzata da una notevole creazione di posti di lavoro e la disoccupazione sta raggiungendo i minimi storici. Nel contempo aumenta il numero delle persone che partecipano al mercato del lavoro. Il tasso di attività ha raggiunto un livello record, superando perfino quello degli Stati Uniti. Adesso abbiamo le condizioni ottimali per investire di più nelle nostre società e nelle persone, in modo che questa ripresa diventi permanente e porti benefici a tutti, comprese le generazioni future.”
Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: “L’economia dell’Unione continua a crescere ad un ritmo sostenuto. La consulenza sulle politiche fornita oggi dalla Commissione è volta a garantire che la nostra economia rimanga forte e diventi ancora più resiliente, perché in un contesto mondiale caratterizzato da un’incertezza crescente non possiamo dare niente per scontato. Per garantire la prosperità sostenibile della zona euro sono necessarie non solo finanze pubbliche solide ma anche economie competitive e società inclusive.”
La situazione economica internazionale eccezionalmente favorevole dell’anno scorso, accompagnata da bassi tassi d’interesse, ha contribuito a sostenere la crescita, l’occupazione, la riduzione del debito e gli investimenti nell’UE e nella zona euro. Secondo le previsioni tutti gli Stati membri continueranno a crescere, sebbene a un ritmo più lento, grazie alla solidità dei consumi interni e degli investimenti. Salvo gravi shock, l’Europa dovrebbe essere in grado di raggiungere livelli di crescita economica superiori al potenziale, uniti a un’incisiva creazione di posti di lavoro e al calo della disoccupazione. Le finanze pubbliche degli Stati membri della zona euro hanno registrato un notevole miglioramento e il disavanzo pubblico aggregato della zona euro è ormai al di sotto dell’1 %. Tuttavia, in diversi paesi il debito resta elevato. Mentre l’economia continua a crescere è necessario rafforzare le riserve di bilancio che serviranno a far fronte alla prossima recessione e a mitigarne i potenziali effetti occupazionali e sociali.
Analisi annuale della crescita 2019
L’analisi annuale della crescita, che stabilisce le priorità economiche e sociali generali per l’anno successivo, esorta l’UE e gli Stati membri a intraprendere un’azione decisa e concertata per conseguire una crescita inclusiva e sostenibile. A livello nazionale, gli sforzi dovrebbero concentrarsi sulla realizzazione di investimenti di qualità elevata e di riforme che sostengano l’aumento della produttività, l’inclusione e la capacità istituzionale, continuando nel contempo a garantire la stabilità macroeconomica e finanze pubbliche sane. A livello dell’UE, le priorità comprendono l’approfondimento del mercato unico, il completamento dell’architettura dell’Unione economica e monetaria (UEM) e la realizzazione dei principi stabiliti dal pilastro europeo dei diritti sociali.
Relazione 2019 sul meccanismo di allerta
La relazione sul meccanismo di allerta, che funge da filtro per rilevare l’esistenza di squilibri macroeconomici, ha identificato 13 Stati membri che saranno oggetto di un esame approfondito nel 2019. Questi esami valuteranno se gli Stati in questione presentino realmente squilibri macroeconomici. Gli Stati membri in cui sono stati rilevati squilibri nel precedente ciclo della procedura per gli squilibri macroeconomici saranno automaticamente oggetto di un esame approfondito nel 2019. Si tratta di: Bulgaria, Croazia, Cipro, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia. La Grecia e la Romania saranno anch’esse oggetto di un esame approfondito.
Progetto di relazione comune sull’occupazione 2019
Il progetto di relazione comune sull’occupazione, che analizza la situazione occupazionale e sociale in Europa, indica che in tutta l’UE è proseguita la creazione di posti di lavoro, si è ridotta la disoccupazione ed è migliorata la situazione sociale. La relazione comprende anche i risultati del quadro di valutazione della situazione sociale, che analizza i risultati conseguiti dagli Stati membri alla luce dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali.
Nel secondo trimestre del 2018 si sono registrati nell’UE 239 milioni di occupati, il numero più alto che sia mai stato rilevato. Dall’insediamento della Commissione Juncker sono stati creati circa 12 milioni di posti di lavoro. La percentuale di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale è diminuita significativamente nel 2017, grazie all’uscita di oltre 5 milioni di persone dalla povertà o dall’esclusione sociale rispetto all’anno precedente. Il numero totale di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale è sceso al di sotto dei livelli precedenti alla crisi.
Tuttavia, la ripresa economica non ha ancora interessato tutti i gruppi della società. Il tasso di occupazione dei lavoratori anziani è aumentato notevolmente negli ultimi dieci anni, ma l’occupabilità dei giovani, dei lavoratori poco qualificati e delle persone provenienti da un contesto migratorio rimane difficile in diversi Stati membri. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro continua a crescere a un ritmo sostenuto, ma ciò non si è tradotto in una riduzione significativa del divario retributivo e pensionistico di genere.
I redditi delle famiglie stanno aumentando, ma in alcuni Stati membri sono ancora al di sotto dei livelli pre-crisi. La crescita dei salari reali ha subito un’accelerazione nel 2018, ma rimane inferiore alla crescita della produttività e al di sotto di quanto ci si potrebbe attendere alla luce dei dati positivi sul mercato del lavoro e sui risultati economici. In generale, la disuguaglianza e la povertà continuano a destare preoccupazione.
Raccomandazione sulla politica economica della zona euro
La raccomandazione sulla politica economica della zona euro, che definisce misure concrete essenziali per il funzionamento della zona euro, è stata razionalizzata in modo da dare maggiore rilevanza alle sfide fondamentali. La raccomandazione esorta ad adottare politiche che sostengano una crescita inclusiva e sostenibile e migliorino la resilienza, il riequilibrio e la convergenza all’interno della zona euro. Inoltre raccomanda di considerare come prioritarie quelle riforme che aumentano la produttività e il potenziale di crescita, approfondiscono il mercato unico, migliorano il contesto imprenditoriale, promuovono gli investimenti e rafforzano il mercato del lavoro.
La Commissione raccomanda di migliorare la qualità e la composizione delle finanze pubbliche e di ripristinare le riserve di bilancio per disporre di un più ampio margine di manovra durante la prossima recessione. Gli Stati membri che presentano disavanzi delle partite correnti dovrebbero cercare di aumentare la produttività e di ridurre il debito estero. Gli Stati membri che invece presentano avanzi delle partite correnti dovrebbero rafforzare le condizioni che sostengono gli investimenti e la crescita salariale.
La Commissione raccomanda di spostare la pressione fiscale dal lavoro e di rafforzare i sistemi d’istruzione, gli investimenti in competenze e l’efficacia e l’adeguatezza delle politiche attive del mercato del lavoro e dei sistemi di protezione sociale. Ciò è in linea con i principi del pilastro europeo dei diritti sociali.
Inoltre, la Commissione chiede che vengano compiuti rapidamente progressi per quanto riguarda il completamento dell’Unione economica e monetaria dell’Europa in linea con le proposte della Commissione, in particolare quelle concernenti il programma di sostegno alle riforme e la funzione europea di stabilizzazione degli investimenti nel quadro della proposta per il quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
La raccomandazione invita altresì a proseguire i lavori sull’Unione bancaria rendendo operativo il dispositivo di sostegno comune al Fondo di risoluzione unico e istituendo un sistema europeo di assicurazione dei depositi. Inoltre è necessario perseguire l’obiettivo dell’integrazione finanziaria rafforzando l’architettura di regolamentazione e di vigilanza europea. Dovrebbero proseguire gli sforzi per ridurre i crediti deteriorati ed evitarne l’accumulo in futuro. L’adozione del pacchetto per il settore bancario del novembre 2016 entro la fine del 2018 rimane fondamentale per il completamento dell’Unione bancaria. Una maggiore integrazione del settore finanziario, con il completamento dell’Unione bancaria e un’autentica Unione dei mercati dei capitali, sosterrà il rafforzamento del ruolo internazionale dell’euro, rendendolo più adeguato alla rilevanza della zona euro a livello mondiale.
Pareri sui documenti programmatici di bilancio degli Stati membri della zona euro
La Commissione ha anche adottato pareri in cui valuta la conformità al patto di stabilità e crescita dei documenti programmatici di bilancio degli Stati membri della zona euro per il 2019.
Braccio preventivo del patto di stabilità e crescita
Per quanto concerne l’Italia, dopo aver valutato il documento programmatico di bilancio rivisto presentato il 13 novembre, la Commissione conferma l’esistenza di un’inosservanza particolarmente grave della raccomandazione rivolta all’Italia dal Consiglio il 13 luglio 2018. Il 23 ottobre 2018 la Commissione aveva già adottato un parere in cui riscontrava un’inosservanza particolarmente grave nel documento programmatico di bilancio iniziale presentato dall’Italia il 16 ottobre 2018.
Per dieci Stati membri (Germania, Irlanda, Grecia, Cipro, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria e Finlandia), i documenti programmatici di bilancio sono stati ritenuti conformi al patto di stabilità e crescita nel 2019.
Per tre Stati membri (Estonia, Lettonia e Slovacchia), i documenti programmatici di bilancio sono risultati sostanzialmente conformi al patto di stabilità e crescita nel 2019. Per questi paesi i documenti programmatici potrebbero comportare una certa deviazione dal rispettivo obiettivo di bilancio a medio termine o dal percorso di aggiustamento a tale obiettivo.
Per quattro Stati membri (Belgio, Francia, Portogallo e Slovenia), i documenti programmatici di bilancio presentano un rischio di non conformità al patto di stabilità e crescita nel 2019. I documenti programmatici di questi Stati membri potrebbero determinare una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso i rispettivi obiettivi di bilancio a medio termine.
Braccio correttivo del patto di stabilità e crescita (procedura per i disavanzi eccessivi)
Il disavanzo nominale della Spagna dovrebbe scendere al di sotto del 3 % il prossimo anno, e il paese dovrebbe uscire dalla procedura per i disavanzi eccessivi ed essere quindi soggetto al braccio preventivo del patto a partire dall’anno prossimo. In questo contesto, il documento programmatico di bilancio presentato dalla Spagna è ritenuto a rischio di non conformità al patto di stabilità e crescita nel 2019. Tale valutazione si basa sulle previsioni economiche d’autunno 2018, che indicano una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento richiesto verso l’obiettivo di bilancio a medio termine e la non conformità con il parametro transitorio di riduzione del debito nel 2019.
Misure nell’ambito del patto di stabilità e crescita
La Commissione ha inoltre preso una serie di misure nell’ambito del patto di stabilità e crescita.
La Commissione ha effettuato una nuova valutazione della presunta non conformità dell’Italia con il criterio del debito. Il debito pubblico dell’Italia, che nel 2017 era pari al 131,2% del PIL, l’equivalente di 37 000 euro per ogni abitante, supera il valore di riferimento del 60% stabilito dal trattato. Questa nuova valutazione si è resa necessaria poiché i piani di bilancio dell’Italia per il 2019 modificano in maniera sostanziale i fattori significativi analizzati dalla Commissione lo scorso maggio. L’analisi presentata nella nuova relazione a norma dell’articolo 126, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea comprende la valutazione di tutti i fattori pertinenti, in particolare: i) il fatto che le condizioni macroeconomiche, nonostante il recente intensificarsi dei rischi di revisione al ribasso, non possono essere invocate per spiegare gli ampi divari dell’Italia rispetto al parametro di riduzione del debito, data una crescita del PIL nominale superiore al 2 % dal 2016; ii) il fatto che i piani del governo implicano un notevole passo indietro sulle passate riforme strutturali volte a stimolare la crescita, in particolare sulle riforme delle pensioni adottate in passato; e, soprattutto, iii) il rischio di deviazione significativa dal percorso di aggiustamento raccomandato verso l’obiettivo di bilancio a medio termine nel 2018 e l’inosservanza particolarmente grave per il 2019 della raccomandazione rivolta all’Italia dal Consiglio il 13 luglio 2018, stando ai piani del governo e alle previsioni d’autunno 2018 della Commissione. Nel complesso l’analisi indica che il criterio del debito stabilito dal trattato e dal regolamento (CE) n. 1467/1997 dovrebbe essere considerato non soddisfatto e che è quindi giustificata una procedura per i disavanzi eccessivi basata sul debito.
Per l’Ungheria, la Commissione ha constatato l’assenza di interventi efficaci in risposta alla raccomandazione formulata dal Consiglio nel giugno scorso e propone al Consiglio di adottare una raccomandazione riveduta affinché l’Ungheria corregga la deviazione significativa rilevata rispetto al percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di bilancio a medio termine. Nel giugno 2018, nell’ambito della procedura per deviazione significativa, il Consiglio ha raccomandato all’Ungheria di provvedere a un aggiustamento strutturale annuo dell’1 % del PIL per il 2018. Visti i successivi sviluppi e in mancanza di un’azione effettiva da parte dell’Ungheria per correggere la sua deviazione significativa, la Commissione propone ora una raccomandazione rivista concernente un aggiustamento strutturale annuo pari ad almeno l’1 % del PIL nel 2019. In Ungheria il disavanzo pubblico è aumentato, passando da -1,6 % nel 2016 a -2,4 % nel 2018, e secondo le previsioni dovrebbe rimanere leggermente inferiore a -2 % nei prossimi due anni.
Per la Romania, la Commissione ha constatato l’assenza di interventi efficaci in risposta alla raccomandazione formulata dal Consiglio nel giugno scorso e propone al Consiglio di adottare una raccomandazione rivista affinché la Romania corregga la deviazione significativa rilevata rispetto al percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di bilancio a medio termine. Nel giugno 2018, nell’ambito della procedura per deviazione significativa, il Consiglio ha raccomandato alla Romania di provvedere a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,8 % del PIL sia nel 2018 che nel 2019. Visti i successivi sviluppi e in mancanza di un’azione effettiva da parte della Romania per correggere la sua deviazione significativa, la Commissione propone ora una raccomandazione rivista concernente un aggiustamento strutturale annuo pari ad almeno l’1 % del PIL nel 2019. In Romania il disavanzo pubblico è aumentato, passando da -0,5 % nel 2015 a -2,9 % nel 2016, e secondo le previsioni dovrebbe attestarsi a
-3,3 % nel 2018, -3,4 % nel 2019 e -4,7 % nel 2020, il livello di deficit più elevato dell’UE.
Relazione sulla sorveglianza rafforzata della Grecia
La Commissione ha adottato la prima relazione per la Grecia nell’ambito del quadro di sorveglianza rafforzata che è stato istituito dopo la conclusione del programma di sostegno alla stabilità del meccanismo europeo di stabilità il 20 agosto 2018. La relazione giunge alla conclusione che il documento programmatico di bilancio per il 2019 presentato dalla Grecia garantisce il rispetto del suo impegno a conseguire un avanzo primario del 3,5 % del PIL. I progressi per quanto concerne le riforme in altri settori sono risultati eterogenei, e le autorità dovranno accelerare l’attuazione per raggiungere i loro obiettivi. L’attivazione di misure relative al debito in funzione delle politiche, che rientrano nell’importante pacchetto di misure per il debito concordato in occasione della riunione dell’Eurogruppo del 22 giugno 2018, dipenderà dalla valutazione positiva nella seconda relazione nell’ambito del quadro di sorveglianza rafforzata. Questa relazione verrà pubblicata nei primi mesi del prossimo anno.
Quali sono le prossime tappe?
La Commissione invita il Consiglio a esaminare e ad approvare gli orientamenti proposti oggi e confida in un dibattito proficuo con il Parlamento europeo sulle priorità politiche per l’UE e per la zona euro e in un ulteriore coinvolgimento delle parti sociali e dei portatori di interessi a tutti i livelli nell’ambito del semestre europeo.
ULTERIORI INFORMAZIONI
Memo sul pacchetto d’autunno del semestre europeo
Analisi annuale della crescita 2019
Relazione 2019 sul meccanismo di allerta
Raccomandazione per la zona euro 2019
Progetto di relazione comune sull’occupazione 2019
Comunicazione sui documenti programmatici di bilancio 2019 della zona euro
Documenti programmatici di bilancio 2019
Relazione a norma dell’articolo 126, paragrafo 3, sull’Italia
Relazione sulla sorveglianza rafforzata della Grecia
Previsioni economiche d’autunno 2018
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Fonte: https://ec.europa.eu/italy