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Mattinate FAI d’Inverno

Da lunedì 27 novembre a sabato 2 dicembre il FAI, Fondo Ambiente Italiano, invita insegnanti e studenti a partecipare alle Mattinate FAI d’Inverno. L’iniziativa è patrocinata dalla  Rappresentanza in Italia, Ufficio di Milano. Mattinate FAI d’Inverno è un grande evento nazionale dedicato al mondo della scuola, nel quale gli studenti potranno partecipare non solo come visitatori, ma anche come protagonisti. Insegnanti e studenti sono, infatti, invitati a scoprire il patrimonio storico-artistico delle loro città, guidati da altri studenti, gli Apprendisti Ciceroni, appositamente preparati dai volontari FAI e dai loro docenti. Dal 2016 la Rappresentanza in Italia Ufficio di Milano collabora col FAI a questa iniziativa. Durante l’evento verrano distribuiti a studenti e insegnanti materiali informativi sull’attività dell’Unione europea. Tra i luoghi visitabili alla Spezia c’è la nuova Biblioteca Beghi. La Visita è in programma per il 29 novembre  dalle 10.30-13.00 ed è su prenotazione (Info e prenotazioni: 0187 727885). Descrizione: La nuova Biblioteca Beghi è situata nella parte Est della città, nel quartiere Canaletto, adiacente all’asse viario di Via Carducci. L’edificio è frutto di un magnifico progetto di recupero architettonico del capannone Sud dell’Area Ex-Fitram ad opera dello studio di architettura 5+1 AA di Genova, segnalato tra i grandi progetti europei del 2017. La nuova Beghi conserva intatte le caratteristiche architettoniche della struttura dismessa con l’aggiunta di un nuovo “volume”, espressione della contemporaneità. La biblioteca occupa una superficie totale di 1.560 metri quadrati e si sviluppa su tre livelli: un piano terra (720 mq), un primo piano (660 mq) e un secondo piano (180 mq). Visite guidate a cura degli Apprendisti Ciceroni: Scuola sec. di I grado Fontana, Liceo Capellini, Liceo Cardarelli Scopri tutti i  luoghi aperti Altre informazioni

Istruzione e formazione in Europa: le disuguaglianze rimangono una sfida

L’edizione 2017 della relazione di monitoraggio della Commissione del settore dell’istruzione e della formazione, pubblicata il 9 novembre, indica che i sistemi nazionali di istruzione stanno diventando più inclusivi ed efficaci. Tuttavia conferma anche che il progresso degli studenti nell’istruzione dipende in larga misura dal loro contesto socioeconomico. La Commissione europea assiste gli Stati membri nel compito di far funzionare i sistemi d’istruzione; i dati raccolti nella relazione annuale di monitoraggio sono una parte importante di questo lavoro. L’ultima edizione mostra che sebbene gli Stati membri stiano compiendo progressi verso la realizzazione della maggior parte degli obiettivi chiave dell’UE per la riforma e la modernizzazione dell’istruzione, sono necessari maggiori sforzi per raggiungere l’uguaglianza nell’istruzione. Tibor Navracsics, Commissario per l’Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport, ha affermato: “Le disuguaglianze privano ancora troppi cittadini europei dell’opportunità di vivere appieno la loro vita. Sono anche una minaccia alla coesione sociale, alla crescita economica e alla prosperità a lungo termine. Troppo spesso accade che i nostri sistemi di istruzione perpetuino le disuguaglianze – quando non si occupano delle persone provenienti da famiglie povere; quando lo status sociale dei genitori determina i risultati scolastici, perpetua la povertà e riduce le opportunità di inserimento nel mercato del lavoro da una generazione all’altra. Dobbiamo fare di più per superare tali disuguaglianze. I sistemi di istruzione sono chiamati a svolgere un ruolo speciale nello sviluppo di una società più giusta, offrendo pari opportunità a tutti.” Il livello d’istruzione è importante per determinare i risultati in ambito sociale. Le persone che posseggono solo un’istruzione di base hanno quasi tre volte più probabilità di vivere in una situazione di povertà o di esclusione sociale rispetto alle persone con un livello di istruzione terziaria. I dati più recenti della relazione di monitoraggio mostrano anche che nel 2016 solo il 44% dei giovani tra i 18 e i 24 anni che avevano concluso il ciclo di istruzione secondaria inferiore hanno trovato lavoro. Il tasso di disoccupazione della popolazione tra i 15 e i 64 anni è anch’esso molto più alto per coloro che posseggono solo un’istruzione di base rispetto a coloro che hanno un’istruzione terziaria (16,6% contro 5,1%). Al tempo stesso lo status socioeconomico degli alunni determina i loro risultati: ben il 33,8% degli alunni provenienti dagli ambienti socio-economici più svantaggiati ha risultati insufficienti, rispetto a solo il 7,6% dei loro coetanei più privilegiati. Uno degli obiettivi dell’UE per il 2020 consiste nel ridurre al 15% la percentuale di alunni di 15 anni che non ottengono risultati sufficienti nelle materie di base quali la lettura, la matematica e le scienze. Tuttavia nel suo insieme, l’UE si sta di fatto allontanando da questo obiettivo, in particolare nel settore delle scienze, per il quale il numero di studenti che hanno risultati insufficienti è passato dal 16% nel 2012 al 20,6% nel 2015. Le persone nate al di fuori dell’UE sono particolarmente vulnerabili. Questo gruppo è spesso esposto a fattori di rischio e svantaggio molteplici, come il fatto di avere genitori poveri o scarsamente qualificati, di non parlare la lingua locale a casa, di avere accesso a un numero inferiore di risorse culturali, di essere soggetti a isolamento e avere accesso a reti sociali inadeguate nel paese di immigrazione. I giovani provenienti da un contesto migratorio corrono un rischio maggiore di ottenere risultati scolastici insufficienti e di abbandonare prematuramente la scuola. Nel 2016, ben il 33,9% delle persone di età compresa tra i 30 e i 34 anni che vivono nell’UE ma sono nate altrove erano scarsamente qualificate (avevano cioè un’istruzione secondaria di primo grado o inferiore), rispetto a solo il 14,8% dei loro coetanei nati nell’UE. In tutta l’UE gli investimenti nell’istruzione si sono ripresi dalla crisi finanziaria e sono leggermente aumentati (1% su base annua in termini reali). I due terzi circa degli Stati membri hanno registrato un aumento. Quattro paesi hanno aumentato gli investimenti di più del 5%. Il 17 novembre a Göteborg i leader dell’UE parleranno di istruzione e cultura nel quadro dell’iniziativa “Costruire insieme il nostro futuro” e la Commissione europea presenterà i dati di quest’anno riguardo all’istruzione e alla formazione. Il dibattito di Göteborg darà visibilità e sottolineerà l’importanza politica della riforma dell’istruzione. Il 25 gennaio 2018 il Commissario Navracsics ospiterà il primo Vertice UE dell’istruzione, al quale rappresentanti ad alto livello di tutti gli Stati membri saranno invitati a discutere le modalità per rendere i sistemi di istruzione nazionali più inclusivi ed efficaci. Contesto La relazione di monitoraggio della Commissione del settore dell’istruzione e della formazione, alla sua sesta edizione nel 2017, raccoglie un’ampia gamma di informazioni e prove concrete che riflettono l’evoluzione dei sistemi d’istruzione e formazione dell’UE. Essa misura i progressi compiuti dall’UE nell’ambito dei sei obiettivi di istruzione e formazione per il 2020: 1) la quota di giovani che abbandonano prematuramente (dai 18 ai 24 anni) gli studi o la formazione dovrebbe essere inferiore al 10%; 2) la quota di persone tra i 30 e i 34 anni con un’istruzione terziaria completa dovrebbe essere almeno del 40%; 3) almeno il 95% dei bambini di età compresa tra i quattro anni e l’età di inizio dell’istruzione primaria dovrebbe entrare nel ciclo di istruzione; 4) la quota di giovani di 15 anni con risultati insufficienti nella lettura, nella matematica e nelle scienze dovrebbe essere inferiore al 15%; 5) l’82% dei diplomati recenti dalla scuola secondaria superiore all’istruzione terziaria (20-34 anni) che non seguono più un ciclo di istruzione o formazione dovrebbe avere un lavoro; 6) almeno il 15% degli adulti (25-64 anni) dovrebbe partecipare a programmi di apprendimento formale o informale. La relazione di monitoraggio analizza le principali sfide dei sistemi d’istruzione europei e presenta politiche che possono renderli più adeguati alle esigenze del mercato del lavoro e della società. La relazione contiene un confronto tra paesi, ventotto relazioni approfondite per paese, mentre una pagina web dedicata. Il piano di investimenti per l’Europa, Erasmus+, i fondi strutturali e di investimento europei, compresa l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, il Corpo europeo di solidarietà, nonché Orizzonte 2020 e l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia contribuiscono a

Europa e Cinema per le scuole: oggi in proiezione il film The Reader

Si è svolta questa mattina presso il Cinema Il Nuovo della Spezia la seconda proiezione dell’iniziativa “Europa e Cinema per le Scuole”, un’iniziativa promossa dal centro Europe Direct della provincia della Spezia e destinata alle scuole superiori della provincia al fine di analizzare attraverso il linguaggio cinematografico alcuni temi di carattere sociale e momenti storici fondamentali che hanno contraddistinto la storia contemporanea dell’Europa. Gli studenti degli Istituiti Einaudi-Chiodo e dell’Istituto Tecnico “N. Sauro” della Spezia hanno assistito alla proiezione del film The Reader di Stephen Daldry per la prima delle due proiezione di carattere storico della rassegna, che rappresentano un approfondimento tematico sulla storia della Germania. Il film The Reader è l’adattamento cinematografico del romanzo di Bernhard Schlink del 1995 A voce alta – The Reader (Der Vorleser) e partendo dalla relazione amorosa fra Michael ed Hanna affronta il tema dell’Olocausto e la difficoltà che le generazioni successive hanno avuto nel comprendere a pieno come sia stato possibile l’orrore del nazismo. L’olocausto è raccontato da un punto di vista inedito: quello dei carnefici e l’intento del film è quello di cercare di esplorare le colpe naziste, ponendoci di fronte a figure abbastanza quotidiane: “Il film affronta di petto i crimini di guerra” dice il regista “Mette in primo piano le persone comuni che hanno commesso questi crimini e quindi la banalità del male”. Il prossimo film in programmazione venerdì 24 novembre è Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmarck Oscar per il miglior film straniero, David di Donatello per il miglior film prodotto dall’Unione Europea, 3 European Film Awards (film, sceneggiatura, attore protagonista), 7 Lola German Film Awards, 4 premi del cinema bavarese. Le scuole che intendono iscriversi alla proiezione in programma per il 24 novembre possono farlo inviando una mail a: europe.direct@provincia.sp.it La partecipazione è soggetta a conferma definitiva da parte dell’Ufficio Europe direct della Provincia della Spezia fino ad esaurimento dei posti disponibili.  

Accadde oggi: 9 novembre anniversario della caduta del Muro di Berlino

Il 9 novembre 1989 cade il Muro di Berlino, simbolo della Guerra fredda e della Cortina di ferro eretta al termine della seconda guerra mondiale. Dopo oltre quarant’anni di divisione si giunge così, nel 1990, alla riunificazione della Germania e la parte orientale del paese entra a far parte dell’Unione europea. Un momento storico non solo per la Germania, ma anche per l’Unione Europea. Nel 2005, il Parlamento italiano ha istituito il 9 novembre “Giorno della Libertà” per sollecitare il ricordo della straordinaria rivoluzione pacifica del 1989, simbolo di una svolta epocale che cambiò il volto dell’Europa e la vita di milioni di cittadini, e dei valori che sono a fondamento dell’Unione europea: libertà, democrazia, giustizia. Per saperne di più:

Previsioni economiche di autunno 2017: prosegue la crescita in un contesto politico in evoluzione

Quest’anno l’economia della zona euro dovrebbe crescere ad un ritmo mai registrato nell’ultimo decennio, con una previsione di espansione del PIL reale del 2,2%, un dato decisamente superiore rispetto alle previsioni di primavera (1,7%). Anche l’economia dell’UE nel suo complesso dovrebbe oltrepassare quest’anno le aspettative, con una crescita vigorosa del 2,3% (contro l’1,9% in primavera). In base alle previsioni d’autunno pubblicate oggi, la Commissione europea prevede che la crescita continuerà sia nella zona euro sia in tutta l’UE, con valori pari al 2,1% nel 2018 e all’1,9% nel 2019 (le previsioni di primavera indicavano per il 2018 l’1,8% nella zona euro e l’1,9% nell’UE­). Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l’Euro e il dialogo sociale e competente per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali, ha dichiarato: “Nel complesso l’economia dell’UE sta andando bene. La crescita economica e la creazione di posti di lavoro sono solide, aumentano gli investimenti e calano gradualmente il disavanzo e il debito pubblico. Vi sono inoltre segnali di ripresa del processo di convergenza dei redditi reali. Esistono, tuttavia, differenze significative tra gli Stati membri, alcuni dei quali continuano a registrare una notevole stasi nel mercato del lavoro. Le nostre politiche devono rimanere fortemente incentrate su una crescita basata sulla sostenibilità e sull’inclusione. Per questo servono politiche macroeconomiche orientate alla stabilità e riforme che stimolino la produttività e la capacità di adattamento ai cambiamenti e che garantiscano un’ampia redistribuzione dei benefici della crescita nelle nostre società.” Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha affermato: “Dopo cinque anni di ripresa moderata, la crescita in Europa registra ora un’accelerazione. Le buone notizie giungono da diversi fronti, e riguardano tra l’altro la creazione di un maggior numero di posti di lavoro, l’aumento degli investimenti e il consolidamento delle finanze pubbliche. Restano, tuttavia, alcune difficoltà legate agli elevati livelli di debito e alla scarsa crescita dei salari. Serve un preciso impegno da parte degli Stati membri per garantire che l’espansione in corso sia duratura e che i suoi frutti siano distribuiti equamente. Inoltre, la convergenza strutturale e il rafforzamento della zona euro sono necessari per renderla più resiliente agli shock futuri e per trasformarla in un vero e proprio motore di prosperità condivisa. Le prossime settimane saranno determinanti su questo fronte.” La crescita ha superato le aspettative, ma dovrebbe subire una leggera flessione Quest’anno l’economia europea ha registrato risultati decisamente migliori del previsto, spinta dalla tenuta dei consumi privati, dalla più forte crescita a livello mondiale e dal calo della disoccupazione. Anche gli investimenti sono in ripresa grazie a condizioni di finanziamento favorevoli e a un clima economico considerevolmente migliore e meno incerto. Le economie di tutti gli Stati membri sono in espansione e i rispettivi mercati del lavoro sono in fase di miglioramento, anche se l’aumento dei salari resta contenuto. Un contesto politico in evoluzione La ripresa ciclica, che prosegue ininterrottamente da 18 trimestri, rimane incompleta, poiché si accompagna ad un mercato del lavoro ancora poco dinamico e ad una crescita dei salari insolitamente bassa. Per questo la crescita del PIL e l’inflazione dipendono ancora dal sostegno politico. La Banca centrale europea ha mantenuto una politica monetaria molto accomodante, mentre alcune altre banche centrali nel mondo hanno iniziato ad aumentare i tassi d’interesse. Nel 2018 alcuni Stati membri della zona euro dovrebbero adottare politiche di bilancio espansionistiche, ma l’orientamento globale della zona euro in questo ambito dovrebbe rimanere sostanzialmente neutro. La disoccupazione continua a calare, ma la stasi permane La creazione di posti di lavoro è stata costante e le condizioni del mercato del lavoro dovrebbero beneficiare dell’espansione indotta dalla domanda interna, della crescita moderata dei salari e delle riforme strutturali attuate in alcuni Stati membri. Quest’anno il tasso di disoccupazione nella zona euro dovrebbe attestarsi in media al 9,1%, raggiungendo il livello più basso dal 2009, con un record del numero totale degli attivi. Nei prossimi due anni la disoccupazione dovrebbe calare ulteriormente all’8,5% nel 2018 e al 7,9% nel 2019. Nell’UE il tasso di disoccupazione è stimato al 7,8% quest’anno, al 7,3% nel 2018 e al 7,0% nel 2019. La creazione di posti di lavoro potrebbe rallentare a causa della sospensione degli incentivi fiscali temporanei in alcuni paesi e dell’emergere di carenze di personale qualificato in altri. L’inflazione dovrebbe rimanere modesta in un contesto di scarsa crescita dei salari Il tasso d’inflazione al consumo ha subito variazioni durante i primi nove mesi dell’anno per gli effetti della base energetica. È aumentata invece l’inflazione di fondo, che non tiene conto dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari non lavorati, ma resta comunque debole a causa del periodo prolungato di bassa inflazione, della scarsa crescita dei salari e della persistente stasi nel mercato del lavoro. Nel complesso, quest’anno l’inflazione dovrebbe assestarsi in media all’1,5% nella zona euro e scendere all’1,4% nel 2018, per poi salire all’1,6% nel 2019. Le finanze pubbliche beneficiano di un miglioramento delle condizioni cicliche Nella zona euro le finanze pubbliche dovrebbero migliorare più di quanto previsto in primavera, principalmente grazie alla ripresa della crescita. Il saldo nominale delle amministrazioni pubbliche dovrebbe migliorare di quasi tutti gli Stati membri. Nell’ipotesi di politiche invariate, nella zona euro il rapporto disavanzo pubblico/PIL dovrebbe scendere allo 0,8% nel 2019 (1,1% nel 2017 e 0,9% nel 2018), mentre il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe scendere all’85,2% (89,3% nel 2017 e 87,2% nel 2018). I rischi si compensano I rischi che gli sviluppi economici possano rivelarsi migliori o peggiori del previsto si compensano. I principali rischi di revisione al ribasso sono esterni e derivano da elevate tensioni geopolitiche (ad esempio nella penisola coreana), da possibili condizioni finanziarie più restrittive a livello mondiale (ad esempio, a causa di un aumento dell’avversione al rischio), dall’aggiustamento economico in Cina o dall’estensione delle politiche protezionistiche. Nell’Unione europea i rischi riguardano l’esito dei negoziati sulla Brexit, un più forte apprezzamento dell’euro e un aumento dei tassi di interesse a lungo termine. Per contro, una minore incertezza e un migliore il clima in Europa potrebbero portare a una crescita

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